La tradizione millenaria del Chayavad
Storia del movimento poetico neoromantico del Chayavad indiano
di Mario Paciolla
Il futuro d’un popolo si crea con un viscerale impegno nel presente ed una profonda consapevolezza del proprio passato. Se sono in grado di riuscire ad affermare con fierezza assoluta il fatto di essere nato a Napoli, posso sostenere con forse maggior fierezza il fatto di essere Italiano. Lo sostengo nonostante, ancora, a quasi centocinquant’anni dalla nostra Unità, ci sia qualche imbecille che sostenga il contrario. Se posso lavorare nel presente in vista d’un futuro, lo posso fare solo grazie alla forte consapevolezza del mio passato. Una delle mie passeggiate preferite, è durante sere estive, vicino al Ponte Vecchio, con pochi turisti, fumando una sigaretta solitaria scrutando il nome e le statue che adornano i colonnati degli Uffizi.
Aldilà di quelli che furono i risultati poetici raggiunti dal movimento poetico del Chayavad indiano, movimento letterario che si sviluppò a cavallo delle due guerre, il più grande merito che si può dare a tale corrente di pensiero ispirato, fu quello d’aver ridato dignità ad una tradizione millenaria sfregiata dalla colonizzazione britannica. Gli inglesi infatti, nel corso della loro occupazione, attraverso la fondazione di importanti istituti privati, mirarono all’alienazione della coscienza indo-musulmana delle nuove generazioni, al fine di creare una nazione a proprio uso e consumo. Uno studente indiano dimentico di Kabir era capace di recitare a memoria versi di Keats. Con il premio Nobel vinto nel 1913, Rabindranath Tagore forgiò l’arma della lingua inglese nel fuoco della storia indiana portando alla ribalta dell’attenzione internazionale lo spirito del proprio paese e gettando le basi d’una importante presa di coscienza del suo popolo, che maturata nel corso degli anni porterà poi all’Indipendenza ottenuta nel 1947. L’arco di tempo che vede la maggior fioritura delle opere d’ispirazione Chayavad registra a livello politico – sociale una serie di avvenimenti di grandissima importanza, incentrati per la maggior parte attorno alla figura di Mohandas Karamchand Gandhi. La profonda opposizione politica che si era delineata era tra due dimensioni diverse del passato: il nazionalismo indù dell’Arya Samaj, votato alla vittoria finale e l’ “aimsa” ( concetto di non-violenza ) gandhiana alla ricerca della verità. In tale contesto di cambiamenti epocali, il disorientamento d’una realtà esterna convulsa, si risolse nelle scelte poetiche del Chayavad in un moto interno d’introspezione psicologica in grado di cogliere i rivolgimenti del proprio animo dove predominasse il sentimento amoroso, amore per la propria patria, che non sfociasse in aggressività nazionalistica. I principali esponenti del movimento furono Jay’sankar Prasad, Suryakant Tripathi Nirala, Sumitranandan Pant e la poetessa Mahadevi Varma, ognuno dei quali interpretò un ruolo diverso nella codificazione poetica d’un sentimento patriottico che avrebbe portato poi all’emancipazione e alla libertà dal giogo straniero dopo secoli di dominazioni varie. Ciascun poeta si fece artefice della propria ispirazione, declinando la poesia in base ad una diversità di forze che il contesto storico aveva generato. Talvolta, viste le profonde differenze che corrono tra un autore e l’altro, sembra quasi forzato voler riconoscere in questi i rappresentanti d’un movimento così composito e vario nelle scelte poetiche individuali. Ciò che accomuna in fondo questi personaggi, unione indissolubile nel quale converge un’identità poetica comune, è il riflesso d’una nuova consapevolezza che mutò radicalmente idee e ideali e si tradusse in un fervido moto di rinnovamento politico, sociale e morale oltre alla ferma volontà d’istituire in maniera definitiva i canoni della lingua Hindi sia per un’esigenza stilistica, sia per un’esigenza storica. Tale esigenza trovò piena manifestazione tanto nel sentimento mistico d’una cieca adorazione che ispirò la Varma, tanto nel profondo ardore anticonformista e rivoluzionario di Nirala o ancora nella lucida riflessione intellettuale di Pant, per arrivare infine alla grande epica moderna ed il glorioso recupero della tradizione antica del Kamayani, capolavoro di Prasad e punto più alto raggiunto dal movimento. Se è vero che è solo attraverso la lettura dell’arte, in tutte le sue forme, è possibile capire un dato momento storico e non il contrario, il Chayavad non fu altro che la massima espressione d’un periodo storico al quale si chiedeva con voce pacifica il più alienabile dei sentimenti umani: la libertà.