I dieci comandamenti

Al Teatro Il Piccolo la compagnia Luna Nova porta in scena il capolavoro di Viviani

    di Anna Maria Siena Chianese

Testo della tarda maturità di Viviani, "I Dieci Comandamenti" è una pietra miliare nella storia del teatro per il suo valore di metafora del mondo e della vita. Quanto ristagna di oscuro nelle coscienze dando origine al peccato viene esemplarmente tradotto dall’autore in accadimenti quotidiani dove l’aspetto folcloristico cede alla pietas per le prove alle quali la vita sottopone l’uomo in una ininterrotta sfida a resistere, contro e malgrado tutto.

Spesso annientati da una disperazione tenuta a bada dallo stesso istinto, i diseredati di una città entrata nella falsa leggenda del "tirare a campare" s’inventano ogni giorno la vita nella piena presa di coscienza che il più importante dei comandamenti, anche se non incluso nelle Tavole della legge, è quello di tenere a bada la disperazione, pena l’annullamento di se stessi. Nei rapporti che s’intrecciano tra i personaggi, nei reciproci inganni e nelle rispettive prove di resistenza in primo piano è l’appello alla coscienza. Lungi di invocare il travaglio quotidiano come motivo di autoassoluzione, l’autore impone infatti il riscatto dal danno arrecato al proprio simile anche a costo della rinuncia e della sofferenza. In tal senso "I Dieci comandamenti" è un testo esemplare, quasi una sintesi delle esperienze del suo autore, l’immenso Raffaele Viviani che ebbe acutissima la percezione della povertà, della miseria, dell’infinito dolore dei suoi conterranei.

Di questo universo di sensi si fa interprete la Compagnia Luna Nova dando ulteriore prova di una padronanza della scena e dei tempi del teatro ormai divenuta suo elemento identitario. Tutti in scena in questo spettacolo corale di grande potenza teatrale: gli attori, ognuno dei quali ha interpretato più ruoli, sarebbero da citare tutti, da Antonio Perfetto a Bruno Troise a Elio Russo a Manuela Crispino a Rossella Passero. Aderenti al testo i costumi di M. Pennacchio, perfetta la regia di Angelo Germoglio e Tina Bianco, anch’essi interpreti eccellenti di personaggi diversi accomunati dalla stessa amarezza di una vita difficile che non aspetta il riscatto dalla carità di un miracolo, ma dalla propria forza di resistere all’annientante deriva del dolore. 





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