Gennaro Scarpato, debutto da scrittore

Presentato, al Teatro Bellini di Napoli, “Tutte uguali” - #unanormalestoriadamore

    di Vanna Morra

Gennaro Scarpato, napoletano classe ’94, debutta adolescente nel panorama della comicità nazionale partecipando a programmi televisivi quali Colorado e in seguito Made in Sud insieme ai fratelli Oreste e Mirko Ciccariello, formando i “I Malincomici”. Ha mostrato la sua attitudine alla scrittura fin dagli esordi tant’è che è sempre stato anche autore degli spettacoli del suo trio ma anche di altri comici.

Allontanatosi dalla tv, poco più di un anno fa, si dedica quasi completamente alla stesura di testi teatrali e alla sceneggiatura e regia cinematografica. È autore dello spettacolo di Francesco Cicchella “Millevoci Tonight Show”, che vanta la regia di Gigi Proietti, e ha firmato il terzo episodio del film “San Valentino Stories” prodotto da Run Film e Rai Cinema, solo per citare gli ultimi.

Da oggi al curriculum artistico di Scarpato si può aggiungere scrittore. Il 29 maggio, al Teatro Bellini di Napoli alle ore 18:00, è stato presentato il suo primo romanzo intitolato “Tutte Uguali - #unanormalestoriadamore”.

Il titolo potrebbe lasciar pensare al più comune dei pensieri maschilisti e invece quel “tutte uguali” è riferito al fatto che, Andrea, il protagonista del libro è affetto da prosopagnosia additiva, una patologia neurologica che impedisce a chi ne soffre di distinguere i volti delle persone e nel caso del libro si manifesta soprattutto con i volti femminili.

Gennaro, il tuo protagonista, soffre di prosopagnosia additiva, un deficit del sistema nervoso. Un’idea alquanto singolare, come nasce questo libro?

Ero a casa con alcuni amici e si ironizzava sul fatto che le donne, in genere, abbiano usi e costumi molto simili tra loro. Si pensò di annotare qualche spunto comico sulle donne “tutte uguali” che ci sarebbe potuto servire per un eventuale spettacolo. Solo che il foglio dove scrivevo è stato poggiato casualmente su un libro che trattava di deficit del cervello. Ho unito le due cose… ed è nato questo libro!

“Una storia del genere l’avrebbe potuta scrivere un ragazzo di Liverpool o di Sydney”, dice la prefazione. Che storia è?

È una storia semplice, una favola senza tempo che vuole raccontare la quotidianità e la vita. In un’epoca dove chiamiamo “storia” un qualcosa che in 24 ore sparisce in un universo parallelo, sentivo il bisogno di raccontare qualcosa che potesse restare. È una storia che non troverete mai su Instagram.

Il sottotitolo con l’hashtag è “una normale storia d’amore” o “un’anormale storia d’amore”?

Una storia di vita!

La prefazione è di Alessandro Siani, con il quale collabori già da tempo. Cosa significa per un autore giovane come te lavorare con lui?

Alessandro è un artista molto sensibile che ha segnato una generazione. Lavorare con lui significa lavorare con un pezzo di Napoli. 

Il 29 maggio c'è stata la presentazione ufficiale di “Tutte Uguali” - #unanormalestoriadamore” al teatro Bellini di Napoli e come sempre sei stato supportato dai tuoi amici/colleghi…

Menomale! Non smetterò mai di ringraziare Pasquale Palma, Francesco Cicchella e Vincenzo De Honestis per avermi aiutato non solo nella mia crescita artistica ma anche nel mio percorso di vita. Non è una cosa di tutti i giorni incontrare colleghi che a furia di respirare la stessa aria e di camminare nella stessa direzione diventano per te fratelli. Questa storia è anche loro.

Il 26 maggio, invece, al MAV Museo Archeologico di Ercolano c'è stata una trasposizione teatrale dove sei stato tu stesso a recitare il libro…

Il teatro è un’emozione irripetibile. È la tecnologia più avanzata che abbiano mai inventato. Diciamo che più che recitare il libro volevo solo creare un’occasione per sentirci tutti meno soli.

“Il libro è per tutti quelli che hanno perso qualcosa nella vita”, qual è il messaggio?

Ognuno di noi ha perso qualcosa nella vita. Mi piacerebbe che il lettore possa ritrovare nella mia storia quel “qualcosa.” Anche solo per un attimo.

Non hai più un profilo FB, non hai un account Instagram e di nessun altro tipo. Nell’era dei social come si vive senza? 

Io ci vivo benissimo. Quando chiedo “Come stai?” guardo sempre negli occhi una persona. Sono quelle piccole cose della vita che ti rendono felice. 

Tu credi nell’amore? 

Sì. Ora tocca vedere se l’amore crede in me.

Apri il libro e c’è una dedica più che speciale… 

A mio padre. Forse un giorno racconterò una storia sul nostro rapporto conflittuale. Non ci guardavamo quasi mai negli occhi, ancora oggi mi domando il perché. Nelle famiglie si parla sempre di “fare un figlio” io credo che dovremmo parlare di più di “fare il figlio”. È una delle cose più difficili del pianeta.





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