Condoglianze con scrocco

Sanzionato un avvocato...poco professionale

    di Adelaide Caravaglios

Il momento nel quale bisogna fare le condoglianze a qualcuno è, ahimè, uno dei più difficili, sia per chi le riceve, perché profondamente addolorato per la perdita di un proprio caro, sia per chi le fa, perché spesse volte non sa cosa dire. Sapeva, invece, benissimo cosa fare e come comportarsi in una circostanza del genere un avvocato che, approfittando della morte di un uomo a seguito di incidente stradale, inviava, con la scusa delle condoglianze, i propri recapiti di studio ai familiari della vittima, al fine di ottenere un eventuale incarico professionale per la gestione del contenzioso che ‒ probabilmente ‒ ne sarebbe conseguito. Di qui la censura comminatagli dall’organo disciplinare: per il CNF (pronuncia n. 130/2017), infatti, un simile comportamento integrava gli estremi dell’illecito, in quanto andava a ledere gli obblighi di correttezza e decoro richiesti nell’esercizio della professione forense. A nulla è valso al legale sostenere che esisteva con la vittima un’amicizia: a parere del collegio giudicante il testo del telegramma, inviato ai parenti del defunto (nel quale, dopo aver manifestato il proprio cordoglio, offriva la propria “amichevole” assistenza, fornendo non solo i suoi recapiti, ma anche quelli della moglie, anch’essa avvocato), era fin troppo eloquente delle sue reali intenzioni: “la volontà di acquisire nuovi clienti con tempistiche e modalità non conformi alla correttezza e al decoro professionale si ricava incontestabilmente dalla pubblicizzazione del titolo professionale e dai recapiti inseriti nel telegramma”.

Sulla base di tali motivazioni il CNF ha, quindi, confermato la sanzione disciplinare della censura, già comminata dal consiglio territoriale di appartenenza. Insomma: all’avvocato arrivista, i colleghi hanno fatto gli estremi onori!





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