Tre secoli di birra

Il Museo Duca di Martina inaugura un'esposizione dedicata ai boccali dei secoli XVI-XVIII

    di Liberato Russo

Boccali da birra in grès, terracotta e maiolica. Esemplari di manifattura tedesca dei secoli XVI-XVIII. A quetsi oggetti il Museo Duca di Martina dedica una nuova sezione espositiva, che è stata inaugurata il18 giugno. La nuova esposizione è stata realizzata con l’impegno di 17 giovani studenti del Liceo Classico “G. Garibaldi” di Napoli in occasione del Progetto di Alternanza Scuola Lavoro, nel corso delle 50 ore di attività svolte al museo. Gli allievi hanno curato tutte le fasi di realizzazione di una mostra: dalle ricerche e dallo studio accurato delle opere da esporre al creativo progetto espositivo, realizzato recuperando un antico armadio come vetrina e presentando la collezione in una piccola sala con camino di legno e pavimento in maiolica antica.

In questo ambiente, l’atmosfera scarna e ombrosa, con i dipinti secenteschi, raffiguranti La Contadina con brocca di creta, della Bottega di Marteen van Cleve (1527-1581) e Interno di osteria di David Teniers il giovane (1610-1690) e il grande mobile in cui sono riposti i boccali da birra, ricorda l’interno di un’antica una taverna.

La selezione degli oggetti comprende esemplari di importanti manifatture dell’Europa settentrionale prodotti tra Cinque e Settecento in materiali diversi: se in numerose altre sale del museo è possibile ammirare i boccali in porcellana orientale o europea, in avorio e in vetro, questo spazio è dedicato a un nucleo di manufatti in grès, in maiolica, in terracotta e in serpentinite. Ad una manifattura di Siegburg operante nell’ultimo decennio del XVI secolo risalgono i tipici schnellen decorati con grottesche, emblemi, soggetti sacri e allegorie vicini allo stile di Hans Hilgers (attivo tra il 1565 e il 1595). I primi boccali che presentano le caratteristiche dello schnelle furono prodotti nel 1559 ma la consuetudine di inserire la data tra le decorazioni a stampo risale già agli anni Trenta del Cinquecento. Significativi anche i boccali prodotti a Westerwald, a Creussen e ad Altenburg.

Questi, come altri prodotti in area germanica, sono tutti dotati di coperchio di peltro incernierato, un accorgimento necessario che, in assenza del ‘tappo’ di schiuma, permetteva di preservare dall’ossigeno le proprietà organolettiche della birra ma anche di proteggere, in osservanza di specifiche leggi sanitarie imposte in molti principati tedeschi, la bevanda dagli insetti che numerosi invadevano le taverne allora certamente ancora sprovviste di acqua corrente. Il coperchio rispondeva anche ad un’esigenza pratica: una piccola leva (knopf), posta tra coperchio e manico, permetteva di aprire e chiudere con una leggera pressione del pollice della stessa mano con cui si sorreggeva il boccale, consentendo agli avventori di gustare la birra (somministrata in quantità maggiore rispetto ad altre bevande e perciò sorseggiata più a lungo) durante canti e balli senza il pericolo di rovesciarla, perfino nel momento in cui si soleva brindare energicamente facendo scontrare i grandi recipienti tra loro.





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