Future Film Fest, a tutta animazione

Luci e ombre della 25esima edizione del festival al Dumbo di Bologna

    di S.F.

Dal 9 al 13 aprile negli spazi di DumBo a Bologna si è tenuto il 24FRAME Future Film Fest che celebra il suo primo quarto di secolo. Prodotto da Rete Doc e diretto da Giulietta Fara, il Festival si conferma come il principale appuntamento italiano dedicato all’animazione internazionale. Il festival si trovava in una delle strutture che fanno parte del famoso centro sociale di Bologna, Dumbo. L’ambiente dell’ex ferrovia, fresco, vitale e colorato purtroppo non è stata una premessa realistica dell’atmosfera che ho trovato al festival.

Personalmente ho visto quasi tutti i corti della programmazione gratuita e per la maggior parte delle animazioni, purtroppo, non ho potuto fare a meno di chiedermi quali mai fossero stati i criteri di valutazione che li avevano portate a essere esposte. Ho percepito che in molti lavori mancasse, oltre alla tecnica, un’idea sensata, originale o completa. Altre volte invece ci sono stati dei problemi organizzativi del personale dell’evento che hanno portato per esempio alla trasmissione di filmati, giustamente in lingua originale, ma senza l’ausilio di alcun sottotitolo, neanche inglese.

Cosa che chiaramente limitava molto il piacere della visione nonché la comprensione della storia. Per quanto riguarda invece le poche animazioni che secondo me hanno valso la pena di essere aspettate, le ho trovate davvero affascinanti e innovative. “as if the earth hd swallowed them up” di Natalia León, è uno dei corti che mi é rimasto impresso per uso dei colori e il modo di espressione, dosato in parole e immagini spietate, che mandano un messaggio diretto e inequivocabile.

Un’altra animazione che sono contenta di aver visto è stata “autokar” di Sylwia Szkiladz . La storia di una piccola bimba che si ritrova sola su un autobus ad affrontare le paure che ogni cambiamento porta con sé. Ho trovato molto originale il punto di vista della narrazione e trovo che la storia sia estremamente trascinante a livello visivo. Come se il filmato fosse una specie di trip psichedelico, pieno di distorsioni percettive e realtà che mutano e si confondono negli occhi di una bambina che sta vivendo qualcosa di assolutamente nuovo.

Per quanto riguarda invece il workshop sull’animazione a cui ho partecipato, non ho nulla da ridire. I due esponenti che ci hanno parlato e illustrato come funziona questo mondo sono stati molto accurati e esaustivi, toccando tutti i punti su cui avrei voluto sapere qualcosa di più. Ci hanno parlato delle dinamiche della loro scuola (la sede di Torino del Centro Sperimentale di Cinematografia specializzato nell’animazione) e più in generale di quelle nel campo lavorativo dell’animazione. Ci hanno mostrato dei backstage di alcuni lavori, dando un’idea ben chiara di quali fossero le fasi del processo di ideazione, animazione e produzione.





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